24 Mar Il Brainstorming: cos’è e come applicarlo in classe!
Oggi parleremo del brainstorming; letteralmente questa parola vuol dire tempesta di cervelli da brain (cervello) e storming (tempesta).
Questo termine è stato coniato intorno agli anni 40 da Alex Osborne, un dirigente pubblicitario che sperimentò per primo questa tecnica all’interno della sua azienda. In pratica il brainstorming è una sorta di intervista di gruppo a basso grado di strutturazione nella quale vengono sfruttate le idee di tutti quanti i partecipanti del gruppo per poi trovare una soluzione tutti insieme ad un problema riportato.
Il brainstorming quindi è un assalto mentale che si verifica quando le idee vengono tirate fuori in libertà senza quindi nessun tipo di censura, costruendo piano piano quindi un flusso di conoscenza. Questa tecnica nasce in ambito pubblicitario per trovare soluzioni creative a dei problemi riportati appunto nell’ambito di marketing e di pubblicità, ma è una tecnica che poi si può applicare in vari contesti dove sono presenti gruppi, ad esempio nelle classi di ogni ordine e grado.
Le regole che Osborne stabilì per avere un brainstorming funzionale erano principalmente quattro:
La prima regola fondamentale è che non sono ammesse critiche, tutte le idee devono essere raccolte e prese come valide anche perché la fase di valutazione avverrà in un secondo momento. La quantità di idee è molto importante, tant’è vero che più idee vengono raccolte e meglio sarà poi per le fasi successive. Le idee devono essere libere e senza nessun tipo di censura anche perché si è visto che l’istintività gioca un punto a favore rispetto poi alla soluzione dei problemi in quanto le idee più creative ed originali spesso sono quelle più utili. Costruire le idee poi dalle idee degli altri è molto importante in quanto il brainstorming stesso è proprio un gioco di idee che si legano tra di loro e quindi dall’idea di uno può nascere l’idea di un altro fino ad arrivare poi alla soluzione del problema.
In ultimo c’è la fase di perfezionamento dove vengono valutate le idee; come dicevo prima questo brainstorming è una tecnica utile per risolvere problemi in qualsiasi situazione, quindi problemi in azienda per esempio o problemi anche in famiglia o a scuola.
Gli ingredienti chiave quindi per portare avanti un brainstorming sono: avere un problema a disposizione che deve essere formulato con una domanda chiara e comprensibile per tutto il gruppo, avere un gruppo a disposizione che porterà nella fase creativa tutte le idee senza nessun tipo di censura e avere un leader che raccoglierà tutte le idee e poi aiuterà a fare una sintesi nella fase appunto di perfezionamento della scelta delle idee più interessanti.
Come si può strutturare in classe un brainstorming efficace e funzionale nel raggiungimento di un obiettivo specifico? La prima cosa sicuramente è quella di strutturare il setting in modo tale che non sia più un setting frontale come nell’aula classica, cioè l’insegnante di fronte agli alunni, quindi predisporre i banchi al centro magari tutti uniti, sedersi tutti intorno ai tavoli.
Essendo il brainstorming un’attività sociale condivisa dove tutti gli alunni devono partecipare attivamente bisogna prepararli un po prima dell’attività stessa e questo significa che bisogna fare delle attività di cooperative learning dove si conoscano tra di loro, si imparino a conoscere e imparino soprattutto ad ascoltarsi, quindi delle attività che sviluppano l’ascolto attivo tra tutti i partecipanti e dove quindi vengono costruite delle relazioni positive sia tra alunni e tra alunni e insegnante stesso.
Una volta preparati gli alunni a questo si può cominciare proprio il brainstorming, l’insegnate spiegherà alla classe cosa avverrà durante il brainstorming e nominerà delle figure di riferimento durante tutte le fasi. Una di queste figure è quella del segretario che avrà il compito di raccogliere tutte le idee che verranno fuori durante il brainstorming e quindi si metterà alla lavagna e comincerà a scrivere tutte le idee senza selezionarle, riportandole proprio tutte. Poi nominerà anche un coordinatore che coordinerà tutta l’attività, all’inizio potrà essere l’insegnante stesso ad assumere questo ruolo, nei brainstorming successivi potrà nominare un alunno per questo ruolo. Un terzo studente sarà il riepilogatore, cioè quello che alla fine dell’attività riassumerà tutte le idee per poi cominciare la fase di valutazione delle idee stesse.
A mio avviso è molto importante anche stabilire fin dall’inizio una durata che sarà sempre la stessa, ad esempio 60 minuti, quindi anche molto importante è nominare una persona che gestisca le tempistiche delle varie fasi del brainstorming.
Durante il brainstorming con l’uscita di tutte le idee il gioco creativo viene da sé sia appunto per l’uscita singola dell’idea sia per il collegamento tra le idee e la finalità è quella di far emergere varie possibili alternative alla soluzione del problema riportato inizialmente, fino a giungere poi, con la fase di valutazione, all’idea che il gruppo reputa più valida.
Nelle mie lezioni di psicologia a scuola un esempio che io mi sono divertito a fare è stato quello di trasformare la classe per un giorno in un’azienda dolciaria che si trovava in grandi difficoltà economiche e che doveva inventare un nuovo prodotto per poter appunto continuare a produrre e non chiudere. Dando quindi tutti i ruoli alla classe il brainstorming è stato utile per trovare una soluzione creativa a questo problema cioè inventare un nuovo prodotto e immetterlo sul mercato. C’era tutta la fase creativa dove i ragazzi dovevano appunto tramite il brainstorming dare tutte quelle idee innovative di ingredienti e come amalgamare questi ingredienti per inventare un prodotto che sul mercato ancora non esiste. In seguito si può inventare anche uno spot pubblicitario o comunque un nome che catturi l’attenzione e possa essere spendibile nel mondo del mercato.
Un’altra applicazione creativa divertente e soprattutto utile del brainstorming in classe può essere fatta sempre tramite l’associazione di idee anticipando degli argomenti che l’insegnante deve spiegare, ad esempio si vuole parlare della città di Parigi. Tutti saranno invitati a fare le proprie associazioni di idee e dire cosa viene in mente appunto sulla città di Parigi; sarà molto più semplice poi dopo la fase valutativa riunendo tutte queste idee parlare di Parigi perché molte delle cose che l’insegnante avrebbe voluto spiegare già usciranno nella fase appunto della tempesta di idee.
Spero che questa tecnica venga utilizzata sempre di più all’interno delle classi perché è una tecnica efficace non solo per la condivisione delle idee, per la conoscenza ulteriore all’interno del gruppo e anche per la soluzione creativa di problemi riportati, ma anche per aiutare gli alunni più timidi a superare la barriera della timidezza e quindi a sentirsi più coinvolti e ad esprimere ancora di più le proprie idee.