Binet: i test di intelligenza e la psicopedagogia

Oggi parleremo di Alfred Binet, che fu un grande rappresentante della corrente scientifica dell’attivismo. Binet operò tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento e si laureò alla Sorbona in scienze naturali, fondando subito dopo, nel 1890, il primo laboratorio di psicologia all’interno della stessa università. Nel 1894 ne diventò il direttore, ma il focus della sua attenzione si spostò ben presto sui bambini e dal 1899 in poi fece delle ampie ricerche sulla psicologia infantile, occupandosi di osservare proprio i bambini delle scuole elementari parigine, con lo scopo di individuare dei bambini che avessero dei deficit di intelligenza, per poi creare delle classi apposite per loro. Questa ampia ricerca la fece insieme ad un altro studioso, Simon, e portò poi all’elaborazione di un test, il primo test sull’intelligenza dei bambini, test che prenderà proprio il nome dei due autori Binet e Simon del 1905. Questo test venne prima sperimentato sui bambini parigini, poi prese piede piano piano in tutto il resto del mondo, fino arrivare addirittura negli Stati Uniti d’America e diventare proprio il test più famoso per la misurazione dell’intelligenza dei bambini. Questo test era finalizzato proprio a trovare il Q.I., quoziente intellettivo del bambino. Infatti Binet  ragiona sul fatto che ogni bambino era dotato di un’età anagrafica riferita alla data di nascita e un’età mentale invece che era corrispondente al livello di abilità e di conoscenze che aveva ottenuto il bambino fino a quel momento. Il rapporto tra queste due età determinava poi effettivamente il Q.I. del bambino: la formula per trovare il quoziente intellettivo è proprio “età mentale/età cronologica per cento”, quindi diciamo che un’intelligenza media si aggira intorno a un punteggio di 100. Dal confronto di queste due grandezze Binet evinse il fatto che se un bambino aveva un’età mentale nettamente inferiore rispetto a quella cronologica, allora erano probabilmente presenti dei deficit cognitivi anche importanti. Gli item di questo test sono veramente numerosi e sono con un gradiente di difficoltà crescente, per cui i bambini più piccoli si fermeranno magari alle prime domande e man mano che il bambino cresce potrà rispondere anche alle domande più difficili. Quindi il test durerà anche in base all’età del bambino stesso.

Binet inoltre fu un grande sostenitore della psicopedagogia contemporanea in quanto diceva che per risolvere problemi di natura educativa per quanto riguarda appunto i bambini era molto importante utilizzare degli strumenti prestati dal mondo della psicologia e anche metodologie vere e proprie utilizzate appunto in psicologia. Quindi si dovrà fondare sull’osservazione, sulle esperienze, sull’indagine dei soggetti educandi mediante strumenti scientifici appositamente studiati, preparati e tarati proprio per i bambini, quindi i test.

L’educazione intellettuale che ne scaturisce è una sorta di ortopedia mentale; per lui è molto importante questo concetto di ortopedia mentale perché, come nel mondo  dell’ortopedia, nel momento in cui un bambino per esempio ha un problema alla schiena, ha un problema alla colonna vertebrale con una serie meticolosa di esercizi potrà risolvere queste problematiche, così, attraverso un esercizio sistematico atto e finalizzato a incrementare e favorire lo sviluppo di tutte le facoltà mentali, anche la mente del bambino può essere aiutata ed essere incrementata attraverso l’esercizio.