Empatia: è possibile migliorarla!

Io sono Alessandro Fanello, sono uno psicologo e insegno scienze umane in un liceo di Roma.

Oggi voglio parlarvi di un argomento a me molto caro e cioè dell’empatia.

Questo è un termine che sicuramente ognuno di voi avrà sentito mille volte e che forse è anche un pochino troppo abusato, però io vorrei cercare di fare un pochino di chiarezza: Che cosa si intende intanto per empatia?

L’empatia è la capacità di vestire i panni dell’altro, letteralmente deriva dal greco “en” e “pathos” che vuol dire proprio sentirsi dentro.

Quindi il processo empatico si basa proprio sul fatto di connettersi emotivamente con l’altro e di cercare di percepire i sentimenti e le emozioni altrui quasi come se fossero nostre.

Detto così potrebbe apparire un pochino destabilizzante perché sembra quasi che per entrare in empatia con gli altri dobbiamo farci travolgere dalle loro emozioni; in realtà non è così, il processo empatico è semplicemente un cercare di vestire i panni dell’altro rimanendo però fedeli a quelli che sono i nostri valori, le nostre emozioni, i nostri sentimenti senza mai cercare di perderli di vista. Perché provare a vestire i panni dell’altro per cercare di capire? Perché una persona per esempio in una determinata situazione ics si comporta in un modo oppure perché un’altra persona reagisce maniera emotiva ad un’altra situazione ypsilon? La domanda è quindi “come possiamo cercare di migliorare la nostra capacità empatica?”.

C’è da dire che l’empatia è una dote innata che comunque sviluppiamo tutti crescendo nelle interazioni sociali, chi più chi meno, però sicuramente ci sono degli esercizi che ci possono aiutare a incrementarla e a migliorarne la qualità.

Un primo esercizio può essere quello di analizzare e ammettere le nostre emozioni, ad esempio oggi ci è successo un determinato evento, come mi sono sentito in riferimento a questo evento? mi sono sentito triste, mi sono sentito felice, mi sono sentito arrabbiato; bene cerchiamo di ammettere quale è l’emozione che abbiamo provato e una volta ammessa l’accettiamo per come è senza giudicarla; questo ci permetterà di entrare in contatto con le nostre emozioni.

Un altro esercizio invece può essere quello di fare un’attività come ascoltare una canzone o leggere un libro o metterci davanti a un film e accanto tenere un quaderno dove appuntare tutte le emozioni, tutti i cambi emotivi che ci evoca questa attività; questo può essere molto utile perché ci mette in contatto con tutto il nostro vocabolario emotivo, lo allarga, lo ampia e ci può aiutare a riconoscere poi anche le emozioni degli altri. Una volta lavorato sulle emozioni un altro punto fondamentale è quello dell’ascolto: sembra banale dirlo perché nella vita frenetica di ogni giorno corriamo da una parte all’altra, siamo bombardati di informazioni e spesso trovare il tempo di ascoltare gli altri diventa quasi un’impresa, ma in realtà se vogliamo migliorare il nostro processo empatico dobbiamo cercare di porci in ascolto attivo rispetto al nostro interlocutore.

Come si fa? Il primo accorgimento è quello di cercare di non sentire semplicemente quello che ci sta dicendo, ma di osservare completamente a 360 gradi la persona mentre sta comunicando con noi. Che cosa vuol dire questo?  Cercare non solo di sentire quello che ci viene detto, ma anche come ci viene detto e quindi le emozioni che ci vuole comunicare, il linguaggio del corpo, i gesti. 

Un altro accorgimento è quello di non cercare di interrompere il nostro interlocutore e quando ha finito di parlare, laddove abbiamo ancora qualche dubbio, cercare di porre delle domande di interesse, di approfondimento per avere un quadro più completo rispetto a ciò che ci è stato detto.

Per favorire ulteriormente il processo empatico, nel momento in cui restituiamo all’interlocutore un nostro pensiero rispetto a quello che ci è stato detto, la cosa fondamentale è quella di evitare il giudizio; infatti il giudizio fa sì che il nostro interlocutore si chiuda in se stesso, si possa anche inibire e di conseguenza questo processo empatico che si stava formando viene a mancare. 

Questi diciamo sono degli accorgimenti importanti per migliorare e cercare di accrescere l’empatia e perché questo è fondamentale? Sicuramente è fondamentale perché ci aiuta a migliorare nei nostri rapporti sociali, a conoscere veramente chi abbiamo di fronte, ci aiuta anche ad avere una visione più ampia e a sperimentare punti di vista che magari non ci appartenevano, ma nel confronto con gli altri possono diventare anche nostri e soprattutto ci aiuta attraverso la conoscenza degli altri a conoscere anche qualcosa di più di noi stessi.