Le 9 intelligenze: esercizi e giochi per allenarle!

Oggi toccherò il tema delle intelligenze multiple e le applicazioni pratiche cioè una serie di esercizi e di giochi atti proprio ad allenare le nostre abilità e le nostre capacità. Vi darò, quindi, una serie di suggerimenti ed esercizi utili da applicare con i ragazzi e con i bambini con cui lavorate per saggiare le loro capacità le loro abilità e per aiutare anche ad incrementarle.

Se volete recuperare il video dell’altra volta di cui vi ho già parlato delle 9 intelligenze lo trovate qui nelle info.

Partiamo subito con la prima intelligenza che è quella linguistico verbale: un gioco molto carino, che viene utilizzato spesso nelle classi e nei gruppi che vedono protagonisti i bambini, viene chiamato “il forziere delle parole”. Praticamente all’interno di questo forziere immaginario vengono inserite una quindicina di parole (es. fiore, oro, bosco, fata, quadro, fragola, Robin Hood, corda, freccia, soldato, mela, spada, roccia, lago, luna).

Bene una volta date queste parole bisogna sceglierne due e inventare una frase divertente che contenga queste due parole: questo è l’inizio dell’esercizio. Un secondo step può essere quello di prendere 5 o 6 parole tra queste che sono contenute nel forziere e costruire un articolo di giornale che le contenga tutte quante: ad esempio “in un bosco una fata trasforma un soldato in una mela, che viene colpita da una freccia di Robin Hood”.

Poi si passa al terzo step che può essere quello di prendere tutte e 15 le parole e chiedere ai bambini di costruire una storia, di scrivere una storia che contenga un po’ tutte queste parole. Questo aiuterà sicuramente il bambino a prendere contatto con le sue capacità linguistiche e soprattutto lo aiuterà anche a sviluppare la creatività. Con i bambini più piccoli invece un altro gioco che si può fare è quello di raccontare delle favole ed esplicitare la morale di queste favole, poi si può chiedere ai bambini di provare a costruire e a raccontare una nuova favola che però abbia la stessa morale; all’inizio probabilmente i bambini faranno molta confusione e infatti sarà importante poi aiutarli a capire quali parti della storia possono essere state costruite e raccontate in maniera corretta.

Per quanto riguarda invece i ragazzi più grandi, delle medie e delle superiori, può essere utile organizzare dei dibattiti su temi scelti proprio dai ragazzi e magari attraverso la tecnica e l’utilizzo del circle time dare a tutti l’opportunità di potersi esprimere al riguardo e di poter raccontare le proprie esperienze oppure il proprio vissuto o anche il proprio pensiero rispetto all’argomento riportato, cercando di evidenziare anche quello che è l’aspetto emotivo della questione, quindi cercando di aiutare i ragazzi anche a prendere contatto con le proprie emozioni.

Laddove ci dovesse essere un ragazzo più timido e quindi più introverso, magari si può aiutare spronandolo a parlare dopo che ha parlato un compagno che ha avuto un’esperienza magari simile alla sua nella quale si può rispecchiare.

Passiamo alla seconda intelligenza, quella logico matematica, e vediamo un po’ di esercizi che possono aiutare ad allenare queste abilità. Un gioco molto simpatico che mi viene in mente può essere quello di provare a fare un elenco di parole e chiedere al bambino di trovare l’associazione che lega queste parole: ad esempio utilizziamo la parola gatto, la parola cane, la parola sedia, la parola tavolo: qual è l’elemento che accomuna queste quattro cose? In questo caso per esempio che hanno quattro gambe o quattro zampe. 

Un altro gioco che si può fare, quando si studiano le frazioni con i più piccoli, ad esempio con i bambini delle elementari, è prendere una torta o una pizza e dividerla in parti uguali e nel momento in cui vengono prese alcune parti, contare quante parti sono state prese rispetto a quelle del numero totale, insegnando così il discorso delle frazioni. 

Invece con i ragazzi più grandi, per esempio quelli delle medie, si può pensare di mettersi in cucina e cucinare un piatto con le dosi che sono indicate per una persona. Si può proporre poi di aumentare le dosi per un maggior numero di persone. Si lavorerà quindi sia sulla creatività, seguendo le fasi di svolgimento per arrivare al piatto finito, ma anche sulle capacità logico matematiche per variare la quantità delle dosi in proporzione al numero delle persone. 

Le capacità logico matematiche sono quelle che in qualche modo aiutano a trovare soluzioni pratiche a problemi astratti. 

Quindi un gioco molto carino che può essere fatto per esempio, è a tavola, facendo un elenco come ho preparato qui di antipasto, primo e secondo, evidenziando i piatti e le categorie dolce, salato, liquido, solido, prodotto animale, prodotto vegetale, cereale; una volta evidenziate tutte le categorie si chiede al ragazzo di considerare tutti gli ingredienti che ha mangiato e inserirli nelle varie categorie, ricordando che un ingrediente può essere inserito in varie categorie, ad esempio il pane è un cibo solido e salato, ma è anche un cereale. 

Poi per i più grandi sicuramente ci sono tutti i giochi come rebus, sudoku, ecc., ma uno molto importante che si ritrova spesso anche nei test selettivi universitari è quello delle sequenze numeriche, nelle quali bisogna trovare la logica che delinea la sequenza stessa. Spesso queste logiche sono fatte di sottrazioni, addizioni, operazioni, elevamento a potenza, ecc., quindi il ragazzo dovrà trovare la soluzione logica che risolve appunto la sequenza di numeri.

Passiamo alla terza intelligenza che è quella musicale. Sono moltissimi gli insegnanti, gli educatori, i pedagogisti, i musicisti che dicono che la musica è fondamentale per i bambini, sia per il loro benessere, sia per l’accrescimento della loro autostima. Infatti da numerosi studi si è visto che la musica stimola la creatività, riduce l’ansia e migliora l’attenzione.

Per questo è fondamentale avvicinare i bambini molto presto al mondo della musica, far loro conoscere degli strumenti, i vari generi musicali e avvicinarli anche all’utilizzo di uno strumento musicale.

Un esercizio può essere quello di far ascoltare una melodia a un bambino e poi chiedere di provare a riprodurla con la bocca, quindi rifare i suoni che ha appena sentito e, una volta che ha riprodotto questa melodia, cercare di provare lui ad inventarne una nuova.

Un altro esercizio può essere quello di fargli ascoltare un ritmo con le mani e con i piedi e poi farglielo riprodurre e anche questa volta, una volta che l’ha riprodotto, chiedere se può provare a inventarne uno lui. 

Il successivo esercizio può essere quello di far ascoltare una musica con un ritmo abbastanza orecchiabile e poi insieme cercare di ripetere questo ritmo con mani, piedi e vocalizzi, poi successivamente chiedere al bambino di provare a inventare sempre un ritmo con mani, piedi e vocalizzi contemporaneamente. Questo esercizio è molto utile non soltanto per affinare le abilità musicali, ma anche per stimolare la creatività e la fantasia e anche per coordinare le parti del corpo, quindi è un esercizio molto utile che può essere fatto anche per stimolare e per aumentare le capacità cinestetiche e quindi dell’intelligenza corporeo cinestetica. 

Un esercizio, preso dalla recitazione che può essere utile sempre per incrementare le capacità dell’intelligenza musicale e le capacità dell’intelligenza cinestetico corporea, può essere quello di muoversi nello spazio. Si può far muovere un gruppo di persone, di ragazzi nello spazio e nel momento in cui gli sguardi di due persone si incontrano, uno dei due comincerà a eseguire un ritmo e l’altro dovrà imitarlo, dovrà fargli da specchio. Questo esercizio è molto importante perché il ragazzo imparerà non soltanto ad affinare le abilità musicali, ma anche a gestire lo spazio e la prossemica, quindi la distanza nello spazio con gli altri, ad ascoltare e a visualizzare l’altro, a prendere contatto con le abilità corporeo cinestetiche. Per quanto riguarda quella visuo spaziale, si possono fare tante cose. La prima che mi viene in mente è quella per esempio di provare ad orientarsi nello spazio, quindi chiedere al bambino per esempio come posso arrivare nella maniera più veloce da qui al supermercato vicino a casa, qual è la strada più veloce e quindi farsela indicare.

Un’altra cosa invece per un ragazzo un pochino più grande è studiare le cartine e quindi dalla cartina cercare di capire come orientarsi nello spazio per poi giungere in un posto un pochino più lontano e poi saggiare veramente come se la cava dalla cartina all’atto pratico, come si sposta nello spazio.

Poi ci sono numerosi giochi corporei come per esempio il bowling o la pallacanestro, entrambi sono molto importanti perché affinano quelle che sono le abilità oculo manuali e quindi in pratica la percezione della corretta distanza che c’è tra il bambino e un oggetto più o meno distante. Inoltre ci sono numerosi giochi da tavolo come ad esempio il memory in cui il bambino deve ricordare la posizione delle immagini che trova, allenando quindi la memoria visuo-spaziale. Poi ci sono i puzzle, che sono molto utili a ricostruire le figure e quindi ricostruire nella mente del bambino una figura e poi metterla tutta insieme unendo i vari pezzi, oppure mi viene in mente che per esempio dalle riviste di enigmistica si possono prendere quei giochi dove ci sono due figure a confronto e dove bisogna trovare tutte le differenze che ci sono tra un’immagine e un’altra. Sono tutti esercizi che in qualche modo stimolano l’attenzione alle somiglianze e alle differenze.

Per quanto riguarda invece l’intelligenza naturalistica è molto facile aiutare a sviluppare questa capacità; basta accompagnare il bambino in situazioni in cui viene a contatto con la natura, con gli animali ecc.; quindi per esempio curare un orto, andare a fare una passeggiata in un bosco, oppure andare in un parco dove il bambino potrà entrare in contatto con la natura e cominciare a fare tutte le domande che farà solitamente e quindi cercare di soddisfare i vari perché del bambino: perché questo animale fa questa cosa, perché fa questa altra, perché è colorato in quel modo, ecc. E siccome una delle caratteristiche di questa intelligenza è proprio la capacità di categorizzare, è fondamentale stabilire se quella pianta fa parte di quel tipo di piante oppure fa parte di un’altra categoria. E’ per esempio molto importante spiegare le differenze tra i funghi e le piante e quindi, nel momento in cui c’è un fungo e c’è una pianta, spiegare che fanno parte proprio di specie diverse, dire per esempio quale delle due farà la fotosintesi clorofilliana e perché la fa e perché questa è fondamentale per tutti gli altri esseri viventi, mentre quell’altra specie non la fa, oppure spiegargli perché per esempio il pinguino è un uccello eppure sta in mare, oppure perché il pipistrello vola, ma è un mammifero come noi. Quindi la cosa importante è specificare sempre quali sono le caratteristiche di tutte queste cose che fanno parte della natura è categorizzarle.

Adesso veniamo ad altri due tipi di intelligenza che sono quella introspettiva e quella interpersonale; per entrambi questi tipi di intelligenza, dato che è molto importante entrare in contatto con le proprie emozioni, ho pensato a degli esercizi prestati dal mondo dello psicodramma. Facciamo un passo per volta e cominciamo da quella interpersonale: l’esercizio che mi è venuto in mente è quello, lavorando con un gruppo, di prendere dei ragazzi e metterli in coppia, cioè fargli scegliere un compagno col quale lavoreranno; una volta che le coppie si saranno formate, i ragazzi si dovranno sedere uno di fronte all’altro e saranno invitati dall’insegnante o dal coordinatore del gruppo a raccontare a turno un episodio nel quale sono rimasti male, un episodio che non è finito proprio come loro avrebbero voluto; l’altro compagno dovrà ascoltare, cercando di avere un ascolto empatico e cercando di provare a trovare, dopo che il compagno ha spiegato la sua difficoltà, una soluzione a questo problema. Una volta finito questo esercizio la coppia si invertirà, quindi il compagno che prima ha raccontato ascolterà invece l’altro compagno dovrà raccontare il suo problema e questa volta fungerà lui da colui che aiuta a trovare una soluzione. Una volta finito l’esercizio l’insegnante metterà in cerchio tutti quanti e chiederà dei feedback rispetto a come si sono sentiti i ragazzi, sia in un ruolo che nell’altro, che difficoltà hanno avuto, se si sono trovati meglio ad esempio a raccontare il loro problema oppure meglio nel ruolo di ascolto o di chi prova a trovare una soluzione. Questo faciliterà sicuramente l’entrare in contatto con l’altro, dato che la caratteristica dell’intelligenza interpersonale è proprio questa di affinare le doti empatiche. Questo esercizio è veramente molto d’aiuto.

Per quanto riguarda invece l’intelligenza introspettiva, e quindi quella dove bisogna in qualche modo cercare di entrare in contatto con le proprie emozioni e riconoscerle, l’insegnante, dopo aver spiegato un po’ le differenze tra comunicazione verbale e non verbale, chiederà ad un alunno di raccontare un episodio e chiederà di farlo inscenando una delle emozioni di base quindi tristezza, gioia, rabbia,  paura,  disgusto, ecc. e il ragazzo dovrà quindi raccontare questo episodio, che, anche se non è coerente con l’emozione che gli viene richiesta, deve essere raccontata con quella emozione.

Il gruppo dovrà stare molto attento a percepire quelle che sono le emozioni che il ragazzo riesce a far trasparire durante il racconto e alla fine dell’esercizio dovrà rimandare alla persona che ha fatto questo esercizio qual è l’emozione che hanno vissuto, che hanno respirato, che il ragazzo ha comunicato loro.

Questo esercizio è molto importante perché aiuta a cercare, a pescare dentro di noi, ecco perché introspettiva, quelle che sono le nostre emozioni per poi cercare appunto di comunicarle agli altri e vedere effettivamente quanto ci siamo riusciti, cioè quanto gli altri hanno compreso o meno di quella che era l’emozione che volevamo riportare.

Per quanto riguarda l’ultima intelligenza, che è quella esistenziale, ed è quindi l’intelligenza che riguarda i perché e i percome da un punto di vista etico filosofico, è difficile nel bambino separare il mondo fisico da quello spirituale, per cui è molto importante per aiutare il bambino stesso a incrementare questa capacità, quest’abilità, interrogarsi un po’ su come un mondo di interrogarsi su aspetti un pochino più spirituali è proprio quella di rispondere ai vari perché del bambino cercando di farlo riflettere, cercando di far riflettere che non esiste soltanto un aspetto pratico delle cose, ma esiste anche un aspetto emotivo e un aspetto spirituale, quindi, favorendo la fantasia del bambino attraverso le risposte ai suoi perché, si può aiutare in qualche modo a far nascere in lui qualcuno di questi interrogativi che poi lo accompagneranno durante la crescita e che aumenteranno poi ovviamente con l’età.